Tomodachi
La visita del primo ministro giapponese a Washington D.C. rafforza l'alleanza tra Giappone e Stati Uniti, e Kishida rivolgendosi al Congresso americano dice: "siamo il vostro global partner"
Si è conclusa la visita ufficiale di Fumio Kishida a Washington D.C., e io finalmente sono riuscita a trovare il tempo di scrivere di nuovo la newsletter.
Colgo l’occasione per dare il benvenuto a chi ha deciso di seguire comunque il progetto in questi due mesi e più di silenzio, e ringraziare chi l’ha consigliato.
Benvenutə alla puntata #15 di Japanica.
Tomodachi (友だち)
Erano nove anni che non avveniva una visita di stato ufficiale di un primo ministro giapponese negli Stati Uniti, esattamente da quella di Shinzo Abe nel 2015.
In quattro giorni il primo ministro Kishida ha tenuto un discorso al Congresso americano a camere riunite; ha partecipato al trilaterale con Biden e il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos Jr.; ha visitato le fabbriche di Toyota e Honda in North Carolina; è stato l’ospite d’onore, insieme alla moglie Yuko Kishida, della cena di stato che la Casa Bianca organizza solo per gli alleati più stretti.
Ma andiamo con ordine.
Al centro del vertice tra Giappone e Stati Uniti c’è il rafforzamento dell’alleanza tra i due paesi, soprattutto sul piano strategico e militare.
Nel discorso di circa 35 minuti che ha tenuto giovedì 11 aprile al Congresso, Kishida parte da un punto saldo: si è aperta una nuova epoca e tra le enormi sfide da fronteggiare – Cina, Russia, Corea del Nord, intelligenza artificiale e cybersicurezza – il Giappone vuole stare al fianco degli Stati Uniti da amico, come sottolinea il primo ministro con la parola giapponese “tomodachi”.
“As the United States' closest friend, tomodachi, the people of Japan are with you, side by side, to assure the survival of liberty”
Come già ripetuto dal primo ministro Kishida nel corso degli ultimi tre anni, infatti, “l’Asia orientale potrebbe essere l’Ucraina di domani”.
L’alleanza militare
Gli accordi annunciati sono almeno settanta, e quasi tutti vertono sulla difesa comune nell’Indo-Pacifico: è prevista, infatti, una vera e propria ristrutturazione delle forze militari americane di stanza in Giappone. Se fino a questo momento gli eserciti avevano sempre risposto a due catene di comando distinte, nella nuova struttura che prenderà forma entro il prossimo marzo verrà istituito un comando congiunto dal nome Japan Joint Operations Command (J-JOC).
Verrà costituito, inoltre, un “consiglio industriale militare” che avrà il compito di valutare i siti in Giappone dove le due parti potranno sviluppare e produrre armi congiuntamente. “È innegabile che, alla sua conclusione, il vertice verrà considerato storico e dai risultati straordinari”, ha dichiarato un funzionario statunitense a Nikkei Asia.
Sul fronte economico, saranno annunciati due progetti di ricerca congiunti sull’intelligenza artificiale. Il primo, finanziato da Microsoft con 2,9 miliardi di dollari, coinvolgerà le università Carnegie Mellon e Keio; il secondo verrà condotto dalle università di Washington e Tsukuba e vedrà gli investimenti di Amazon e Nvidia.
[Non è un caso che il patron di Amazon, Jeff Bezos fosse presente alla cena di stato di mercoledì sera. Qui potete ammirare la PHOTOGALLERY della cena con tanto di ospiti e piatti raffinati]
Sembrava invece rimasto fuori dall’agenda l’affaire U.S. Steel, società produttrice di acciaio con sede a Pittsburgh che a gennaio aveva annunciato l’acquisizione da parte della giapponese Nippon Steel. L’accordo è stato osteggiato dai lavoratori della stessa azienda e non aveva trovato il parere favorevole neanche del presidente Biden, incalzato da parte del suo stesso partito Democratico per bloccare l’offerta di acquisto. Proprio ieri, fa sapere Reuters, il 98% degli azionisti della U.S. Steel ha approvato l’acquisizione da 14.9 miliardi di dollari da parte della società giapponese.
In questo momento l’obiettivo di Biden, hanno spiegato dei funzionari al New York Times, è quello di creare quanta più stabilità possibile nelle relazioni con il Giappone prima delle elezioni. Un intento condiviso con il primo ministro Kishida che, da quando si è insediato nell’ottobre del 2021, ha messo la difesa al primo posto dell’agenda politica confermando un importante cambio di passo per il paese che, secondo l’articolo 9 della Costituzione, non può dotarsi di un esercito vero e proprio. Le nuove misure di sicurezza, varate nel 2022, prevedono un aumento della spesa militare che raggiungerà il tetto del 2% del prodotto interno lordo entro il 2027.
La nuova strategia mira a presentare il Giappone come “partner globale” degli Stati Uniti. “We are your global partner today, we will be your global partner in the years ahead”, è stata la conclusione dell’intervento al Congresso di Kishida. Gli Stati Uniti non sono soli e non devono farsi carico da soli degli equilibri internazionali.
Insomma: Kishida è riuscito ad allineare gli interessi del Giappone a quelli degli Stati Uniti in un modo in cui neppure Shinzo Abe, ex primo ministro ucciso in un attentato nel luglio 2022 e fautore della politica estera del Giappone degli ultimi dieci anni, era riuscito a fare.
Il nuovo corso della politica estera di Kishida è stato accolto con particolare favore a Washington, soprattutto tra i diplomatici dalle posizioni più espressamente anticinesi come l’ambasciatore americano a Tōkyō, Rahm Emanuel: “I due anni appena trascorsi sono stati per il Giappone i più importanti dalla Seconda Guerra Mondiale: Kishida ha sovvertito politiche vigenti da settant’anni rispetto alle limitazioni alle esportazioni di armi e alla spesa militare”, ha detto Rahm al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan.
Per il primo ministro Kishida, l’invasione russa dell’Ucraina, la guerra a Gaza e le politiche sempre più assertive della Cina nell’area del Mar cinese stanno mettendo in discussione la sicurezza internazionale, per questo motivo è necessario “adottare un atteggiamento più responsabile all’interno della comunità internazionale”.
Questo vuol dire fornire più opzioni anche ai paesi del Sud Est asiatico, i primi a fronteggiare le pressioni economiche e diplomatiche di Pechino: “di fronte alla crescente influenza cinese nella regione, il Giappone deve diventare una potente alternativa sia sul piano della sicurezza che su quello economico-politico”, ha spiegato Kishida in un’intervista con Nikkei Asia.
“In generale, il principio fondamentale che sembra guidare la politica estera dell’attuale primo ministro giapponese è quella per cui le minacce che ci troviamo a fronteggiare oggi sono molto più importanti e preoccupanti di quelle che si è trovato davanti Shinzo Abe quando era al potere”, ha spiegato l’analista politico Tobias Harris.
I regali tra i coniugi Biden e Kishida
Solitamente durante le visite ufficiali di stato è previsto anche lo scambio di regali. I coniugi Kishida hanno ricevuto in dono dai Biden un tavolo a tre gambe realizzato a mano da un’azienda nippoamericana della Pennsylvania con legno di noce nero, uno dei legni più pregiati del Nord America; e un cofanetto in due volumi con gli LP firmati da Billy Joel.
Il Giappone, in segno di amicizia, ha donato 250 alberi di ciliegio da piantare nel bacino di Tidal Basin, nel West Potomac Park a Washington, dove già sorgono quelli ultracentenari regalati nel 1912. Ma il regalo più bello (e più asiatico) è sicuramente il merchandising di Super Mario Bros. (Segue come prova frame di una diretta tv).
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Recentemente ho avuto modo di leggere il libro di Giorgia Sallusti “A Tōkyō con Murakami” (Giulio Perrone Editore), un libro che attraversa gli spazi della vita e della letteratura dello scrittore Murakami Haruki con la competenza e sensibilità propria dell’autrice. Giorgia Sallusti è una yamatologa, traduttrice e libraia. Spero di trovare presto il tempo di ospitarla in questo spazio. Intanto se siete stati a Tōkyō o se contate di andarci presto leggete “A Tōkyō con Murakami”.
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