La piaga degli streamer occidentali in Giappone
Il caso dello youtuber Fidias che sale sui treni senza pagare il biglietto e scappa dalla polizia arriva subito dopo l'arresto di Johnny Somali, lo streamer che in metro urla "Hiroshima! Nagasaki!".
Attraversare un paese da un capo all’altro senza tirare fuori un centesimo è una delle sfide che più piacciono allo youtuber cipriota Fidias. “I travelled across [nome di un Paese o di un continente] for free” è il titolo standard di almeno una decina di video che si possono trovare sul suo canale Youtube. Numero di iscritti: 2,38 milioni.
Stando ai numeri delle visualizzazioni è un formato vincente che Fidias replica ovunque si trovi: Regno Unito, Stati Uniti, India e, pochi giorni fa, anche Giappone.
Il giovane youtuber si trova nella città di Nagasaki, estremo sud della regione del Kyūshū, con altri tre youtuber. La sfida è questa: viaggiare fino alla città di Aomori, punta nord della regione dell’Hokkaido, senza spendere uno yen. Chi arriva prima vince 10mila dollari.
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Il problema è che, mentre si sposta da una città all’altra, Fidias non si rende conto di essere solo l’ultimo di una lunga serie di stranieri in cerca di fama che infrange le leggi e infastidisce gli abitanti del luogo.
E cosa si inventa Fidias per non pagare il treno che lo porterà ad Okayama? Semplice: sale senza biglietto e si nasconde nel bagno del vagone fingendo di stare male.
Peccato che la polizia ferroviaria lo stia aspettando fuori dalla porta.
Una volta uscito, Fidias viene bloccato e afferrato per un braccio ma appena l’agente molla la presa lo youtuber inizia a correre e riesce a fuggire. Porta una felpa con il cappuccio sulla testa per non farsi riconoscere, anche perché appena qualche ora prima era stato trattenuto in una stazione di polizia. Il motivo? Non aver pagato il biglietto di un bus.
In un altro passaggio si vanta di esser riuscito ad accedere senza problemi alla colazione buffet di un hotel a cinque stelle spacciandosi per un cliente dell’albergo.
Martedì 24 ottobre, la compagnia ferroviaria giapponese JR ha aperto un’indagine sui quattro youtuber per procedere eventualmente con la segnalazione alla polizia. Anche se, molto più probabilmente, Fidias e gli altri saranno già tutti fuori dai confini del Giappone.
Dopo le reazioni della community su Youtube e i numerosi articoli sulla stampa giapponese e internazionale, Fidias ha pubblicato un messaggio di scuse:
hello beautiful people i apologize to the Japanese people if we made them feel bad that was not our goal! from now on i am going to be make more research to the cultures we go to and try to prevent this from happening again - i love you all
(“Ciao bella gente, chiedo scusa a tutti i giapponese se li abbiamo fatti stare male, non era il nostro obiettivo! Da adesso in poi farò più ricerche sulla cultura dei luoghi in cui andremo per provare ad evitare che una cosa simile accada di nuovo - vi voglio bene”)
A giudicare dai commenti a seguire, non sembra aver convinto molto. Quello che la community gli imputa, oltre al mancato rispetto delle regole, è l’essersi approfittato della gentilezza e disponibilità dei giapponesi che ha incontrato durante il viaggio chiedendo soldi e altri favori.
Il 25 ottobre, Youtube ha rimosso il contenuto dalla piattaforma per violazione dei termini di servizio.
“Hiroshima! Nagasaki! Fukushima!”
Il caso di Fidias arriva a un mese dall’arresto di un altro streamer, Ramsey Khalid Ismael, 23 anni, meglio noto come Johnny Somali, diventato “famoso” in Giappone per le sue live sulla piattaforma Kick dove, il più delle volte, lo troviamo su un mezzo pubblico o per strada a molestare le persone. In più di un’occasione arriva a tanto così dall’essere picchiato.
Johnny Somali non ha lo stesso seguito di Fidias – il suo account Kick conta appena 10mila persone – ma i suoi video diventano inevitabilmente virali. In una delle live più note, lo si vede in un vagone della metropolitana mentre grida alle persone “Hiroshima! Nagasaki! Le abbiamo distrutte perché voi non sapete come comportarvi. Se lo fate di nuovo, noi lo rifaremo. È chiaro?”
A giugno, invece, se ne è andato in giro per il parco giochi Disneyland diffondendo ad alto volume una canzone che ripeteva in loop “atomic bomb” e altre musiche a sfondo razziale.
Somali ha fatto talmente parlare di sé che è stato chiamato a intervenire persino Hashimoto Magomi, ex membro della yakuza diventato oggi un politico (per chi non l’avesse visto consiglio questo reportage video di Vice del 2022), che ha costretto Somali al dogeza, ovvero la posizione con cui una persona si prostra a terra e porge le proprie scuse a qualcuno che è più in alto nella scala sociale.
Ma neanche questo è bastato a fermare lo streamer americano. Ad agosto, Somali è stato arrestato dopo aver fatto irruzione in un cantiere ad Osaka ripetendo agli operai che si trovavano sul posto “Fukushima! Fukushima!”. Nella live Somali, prima di entrare nel cantiere, ripete più volte in camera “Yamaguchi-gumi”, il nome del clan più potente della yakuza giapponese.
E ancora, il 12 ottobre, Somali ha ricevuto un nuovo mandato d’arresto per aver filmato senza permesso all’interno di un ristorante e per aver disturbato la clientela con musica ad alto volume. Attualmente Somali è trattenuto dalla polizia di Osaka. Secondo il sistema giudiziario giapponese, infatti, una persona può rimanere in stato di detenzione senza alcun capo d’accusa fino a 23 giorni.
Sulla stessa scia, un caso celebre fu quello dello youtuber Logan Paul che nel 2018 trovò un corpo senza vita nella foresta Aokigahara, luogo alle pendici del monte Fuji molto noto proprio per l’alto numero di suicidi che vi avvengono. Paul e i suoi amici ripresero il corpo da varie angolature facendo battute tra di loro. Il video raccolse in breve tempo milioni di visualizzazioni, ma anche un’ondata di critiche molto dure che costrinse Paul alle scuse pubbliche e alla sospensione provvisoria del suo account Youtube.
Tornando a Johnny Somali, sulla vicenda si è espresso anche il Segretario capo di gabinetto del Giappone Matsuno Hirokazu che ha spiegato che “sicuramente bisogna garantire la libertà [di espressione] agli youtuber e altri streamer, ma è necessario assicurare che questi non violino la privacy o commettano altre azioni moleste”.
Nel frattempo, in diversi bar e ristoranti sono comparsi cartelli con il divieto di riprendere e fare live.
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